Albania: l’artigianato femminile tra crisi e rinascita.
Quando le tradizioni vengono minacciate da un flusso di merci che si scarica sulla nostra società, allora si teme che quelle tradizioni rischino di scomparire per essere dimenticate in un angolo invisibile della memoria collettiva. Senza quelle tradizioni non c’è storia. Senza una storia non c’è un popolo e gli artigiani ne sono i portatori. Tutte le società ne hanno bisogno per sostenere il legame con il proprio passato, perlopiù società piccole come quella albanese, che hanno alle spalle un contesto storico travagliato. Dopo il crollo del regime comunista succeduto da un governo democratico, l’Albania, è entrata in una lunga fase di trasformazione e di transizione sociale ed economica. Negli anni, si è visto una veloce disgregazione di vecchie e solide realtà economiche, portando il paese verso un instabile processo economico. Questo ha cambiato radicalmente il mondo del lavoro: se da un lato c’era un’apertura economica, dall’altro lato il paese non era in grado di affrontare l’entrata nel mercato globale. Di conseguenza, come frutto di questa lunga fase di transizione economica, la disoccupazione è cresciuta a dismisura. Ma questa è una realtà che poco a poco sta cambiando, anche grazie a progetti promossi dalle innumerevoli associazioni, istituzioni ed enti, fuori e dentro i confini, che hanno reso possibile l’apertura di nuovi posti di lavoro, soprattutto nell’ambito dell’artigianato.
A prima vista sembra che la società albanese non sia pronta a una tale offerta lavorativa, perché il mercato globale accoglie con più facilità merci per il grande consumo, ma osservando con attenzione il mercato, le attività di artigianato stanno avendo un momento di crescita. Ruolo chiave in questo hanno anche le diverse iniziative promosse da vari istituzioni del paese, come per esempio a Tirana, dove già dal 2017 si è aperto un concorso per realizzare souvenir sulla città, con lo scopo di incoraggiare lo sviluppo del lavoro artigianale. Oltretutto, gli artigiani hanno avuto un sostegno finanziario oltre che agevolazioni sui contratti per essere parte di uno spazio creativo all’interno del Pazari i Ri. Oggi, sono uomini e donne, persone di varie generazioni che aprono o rimettono in piedi piccole aziende o negozi di artigianato. Le donne occupano gran parte di questo mercato entrando così a far parte a pieno titolo dello sviluppo sociale ed economico del paese, parti di una struttura sociale organizzata maggiormente inclusiva.
Nonostante ciò, si stima che la presenza femminile nel mercato del lavoro albanese sia più bassa rispetto a quella maschile, con percentuali che si agirano a poco più del 40% per le donne e a più di 50 % per gli uomini. La percentuale delle donne che non lavorano, non ricevendo nessun contributo dallo stato, è più alta nelle zone rurali. Qui la presenza delle donne anche nella vita pubblica è povera, per questo l’artigianato e la filiera dei lavori fatti a mano è un’ottima alternativa lavorativa oltre che una spinta per essere più attive anche socialmente. Adesso stanno nascendo nuove idee di business, con prodotti elaborati al 100% a mano, spesso promosse e sostenute da enti estere. Un altro fattore determinante è quello delle vendite on-line che ha rivoluzionato il settore, permettendo così alle donne artigiane di inserirsi su un mercato di larga scala. Ma la vera sfida dell’artigianato è quello di riuscire a entrare nel grande mercato senza dover perdere quella qualità che contraddistingue chi fa questo lavoro. Tuttavia, le donne albanesi vedono nell’artigianato una possibilità di crescita professionale e culturale.
Tante e determinate a reagire alla disparità di genere e alla crisi economica del paese, entrando nel mercato del lavoro, il più delle volte con delle vere imprese di artigianato. C’è chi parte da un’attività che già svolgeva nel passato ma che ha abbandonato nel tempo. C’è chi apprende un mestiere per immettersi nel mondo dell’artigianato e c’è chi fa della propria passione un lavoro. Ciò che caratterizza le figure femminili in quest’ambito è la loro capacità di reinventarsi, e trasformare l’arte culinaria casalinga in un’attività da cui trarne profitto economico. Che siano questi marmellate, dolciumi, salati o ingredienti di vario tipi: loro saranno sempre in grado di proporre prodotti di qualità per il mercato agroalimentare. Che siano oggetti di bigiotteria, di arredamento o di qualsiasi altra forma di artigianato, sapranno come essere creative e ingegnose, mantenendo forte il legame con le tradizioni del paese. Sapranno come acquisire conoscenze adeguate per affrontare i nuovi canali di vendita ed essere vincenti anche nel mercato on -line, come per esempio quello dell’ e– commerce. Più conoscenza significa più consapevolezza sulle proprie capacità di mettersi in gioco anche come imprenditrici. Segno di una società che sta evolvendo, lasciando più spazio alle donne di esprimersi, di affermarsi e creare: diventando promotrici “a tempo reale” del Made in Albania.